A Giacomo
Una reclusa del tempo,
Giacomo,
è stata la tua anima inquieta.
Sfidando l’oblio,
ancora vibrano i tuoi versi.
Recanati,
terra natale della fanciullezza
e della sofferenza,
è stata spettatrice
del fiorire del tuo talento,
Leopardi.
Tra vecchi scaffali,
un universo da perlustrare,
mentre l’esistenza fuori
ti sembrava sbarrata.
Il tuo sguardo intenso,
esploratore di autenticità,
ha dilaniato il velo dell'inganno.
Tra sogni luminosi
e desideri frantumati,
la tua anima,
nel mistero,
ha cercato sollievo.
La spietata Madre Natura
ha inciso l’inflessibile sorte,
nella sua eterna poesia.
Nel tuo pensiero
si è disteso l’infinito,
il tuo spirito ha iniziato il volo,
più in là della siepe,
mentre le tue membra,
doloranti e delicate,
di un fato avverso
hanno sopportato il peso.
Il tempo che fugge,
la fugacità della bellezza,
morte,
amore,
sono le tematiche
della tua poetica,
ma anche l’essere umano,
insignificante
davanti all’immensità,
inutilmente bramando
una felicità che colpisce.
Tuttavia,
il lirismo sublime
è sbocciato dall’afflizione.
Lame affilate e fragranze,
i tuoi versi,
mi insegnano a
inseguire la luce
pure nelle tenebre più fitte,
a vivere,
malgrado il pianto.
Vate del cuore umano,
Giacomo,
ancora vigorosa
la tua voce risuona
ricordandomi che
tutti siamo di passaggio,
con la fede nell’anima,
verso l'eternità.
Silente guida,
o Giacomo,
io trovo rifugio
nelle tue poesie,
mentre mi sfugge
il tempo che scorre.
L’infinito si è svelato
nella tua sofferenza,
in quel tuo volo,
al di là della siepe.
All rights belong to its author. It was published on e-Stories.org by demand of Mauro Montacchiesi.
Published on e-Stories.org on 06/03/2017.
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