Mauro Montacchiesi

Omaggio al Grande Artista Alfredo Lucifero

Omaggio al Grande Artista Alfredo Lucifero

Il presente saggio breve è portato di parziali ricerche documentali e di parziali riflessioni personali. Una breve sintesi, poiché sconfinato è l'universo artistico di Alfredo Lucifero.
Struttura dell'Opera:
01) Prefazione
02) Lucifero e la Letteratura
03) Peculiarità
04) Lucifero ed il Bronzo
05) Alcuni simboli
06) Breve riflessione finale

*** Prefazione
Graeca per Ausoniae fines sine lege vagantur.
Letteralmente: "Le parole greche vagano senza legge entro i confini italiani". (Tratto da: www.wikipedia.org) Perché questa premessa? Per tentare di fornire un'esplicazione onomastica al nome ed al cognome del Grande Artista Alfredo Lucifero.
Prima di entrare nel merito "onomastico", vale la pena ricordare che molte parole composte italiane, per la maggior parte di etimo classico, dovrebbero essere lette da destra verso sinistra, es: paleontologia. Questa parola, totalmente greca, è composta da un prefisso (παλαiüς, palaiòs = "antico"), da un infisso (ὤν, ὄντος, òn, òntos = "ciò che è", forma del verbo "essere"), e da un suffisso (λüγος, lògos = nel senso di "studio"). Ne consegue che la lettura, ovvero il significato, è: "Studio dell'essere antico".
Tuttavia, molte parole composte italiane, di etimo classico, sono state formate, grazie alla corruzione linguistica volgare, invertendo o mescolando l'ordine naturale, es: "Filosofia", ovvero "Amore del sapere". In realtà, dovremmo leggere "Sapere dell'amore" e l'esatta costruzione dovrebbe essere: "Sofiofilia", ovvero "Amore per il sapere". Come dicevano i nostri padri latini: "Error communis facit ius" "L'errore comune fa (diventa) legge"!
Produco un ulteriore esempio a suffragio delle tesi relative alla corruzione linguistica, poi volgarmente e canonicamente accettata. Se diciamo "Viva l'Italia" o "Viva gli Italiani", quel "Viva", cosa significa, è usato correttamente? No, è errato e ce lo spiega la romanza lingua francese, poiché fa una netta distinzione grammaticale fra le due frasi, es: "Viva l'Italia = Que vive l'Italie" e "Viva gli Italiani = Que vivent les Italiens"!
Come si evincerà ormai chiaramente, quel nostro "Viva", non è una semplice interiezione, ma il congiuntivo presente, singolare, del verbo VIVERE, vale a dire CHE VIVA L'ITALIA, che la lingua francese traduce, appunto, al singolare. Mentre "Viva gli Italiani" viene tradotto in francese CHE VIVANO GLI ITALIANI, congiuntivo presente plurale del verbo VIVERE.
Premessa questa doverosa chiarificazione, passiamo all'onomastica di "Alfredo Lucifero".
"Alfredo" viene fatto risalire ad origini di area germanica con diversi significati tra cui, il più accreditato, è "immortale".
"Lucifero" significa letteralmente "Portatore di luce", in quanto tale denominazione deriva dall'equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce, pherein=portare). (Tratto da: www.wikipedia.org).
Quindi abbiamo due possibilità, leggendo da destra verso sinistra:
a) Alfredo Lucifero (portatore di luce immortale)
b) Lucifero Alfredo (immortale portatore di luce)
La frase Nomen omen (o al plurale nomina sunt omina) è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "il nome è un presagio", "un nome un destino", "il destino nel nome", "di nome e di fatto" e deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino. (Tratto da: www.wikipedia.org)
Sembra così che il Grande Artista abbia il proprio genotipo esistenziale già nel suo nome, vale a dire che il suo percorso terreno sia scritto nel suo nome.
Infatti,
al punto
a) Alfredo Lucifero (portatore di luce immortale), l'enfasi dell'immortalità cade sulla luce (L'Arte)
al punto
b) Lucifero Alfredo (immortale portatore di luce), l'enfasi dell'immortalità cade sul portatore (L'Artista)
Se ne evince che i due concetti sono indissolubilmente, inscindibilmente osmotici. Alfredo Lucifero e la Sua Arte sono "parimenti immortali". Sarà una coincidenza, un caso, ma l'assunto di "immortale-immortalità" non è raro nella sua Letteratura.
"Exegi monumentum aere perennius" questa locuzione, tradotta letteralmente, significa più duraturo del bronzo (Orazio, Odi, III, 30, 1). Il poeta dice d'aver eretto un monumento, con i suoi poemi, che nei secoli sarà più duraturo del bronzo e ne renderà immortale fama e memoria. (Tratto da: www.wikipedia.org) Concetto estensibile ed perfettamente applicabile ad Alfredo Lucifero.
Tornando al concetto di "immortale-immortalità" va enfatizzato che Lucifero, tra la sua prolifica ed eclettica produzione plastica, annovera, e forse non è un caso, diversi bronzi.
La frase idiomatica italiana "incidere nel bronzo" significa (fig. lett.) "tramandare in modo imperituro", quasi a volore omologare gli aggettivi "imperituro" ed "immortale", singolari coincidenze tra il nome di Lucifero ed un oggetto-strumento della Sua Arte.

Giacomo da Lentini all’inizio del suo sonetto XI (documentato tra 1233 e 1240), recitava così:
[D]iamante, né smiraldo, né zafiro,
né vernul’altra gem[m]a prezïosa,
topazo, né giaquinto, né rubino,
né aritropia, ch’è sì vertudiosa,
né l’amatisto, né ‘l carbonchio fino,
lo qual è molto risprendente cosa,
non àno tante bel[l]eze in domino
(quant'à in sé LA SUA ARTE PREZIOSA) (verso sostitutivo del successivo, a sublimare l'Arte di Lucifero)
quant’à in sé la mia donna amorosa.

*** Lucifero e la Letteratura
L'eclettica Musa, sagace e medianica, di Alfredo Lucifero, erratica alia in universi sconfinati, alieni tra loro, tuttavia mai aberrando da un percorso artistico di inusitata estetica e di sublime avvenenza che gli consentono di attingere e sviluppare un lirismo aulico e spirituale. I versi si paludano di addobbi melodiosi, di richiami al passato, di un alone di mistico incanto, pur sempre lasciando spazio ad un'ermeneutica mai assoluta, bensì relativa. Gli elementi portanti delle sue frementi liriche germinano dalla vita oggettiva e presentano assiomi dai lineamenti chiari ed inconfutabili. Vita oggettiva che, nondimeno, vibra di un arcano, sgusciante orfismo, pur lasciando captare ed arguire la presenza ima di un labirinto esoterico, dove una debordante sensibilità, gitana, si propala tra plessi intricati, nebulosi e metafisici, per salire e manifestare il proprio fenotipo in superficie, con il thesaurus talora oscillante e metaforico di un'anima vagabonda.

Stringimi forte la mano
con le tue dita
sottili: sentirai
ancora un attimo
la mia anima vagabonda.
(Tratto da: "Non guardarmi" Ferie d'agosto)

Nelle sue poesie Lucifero, in oraziano habitus di struggente laudator temporis acti (Orazio, Ars poetica, 173), rimembra sovente estrapolando dubbi e memorie dallo scrigno dell'oblio e sembra crogiolarsi in agro-dolce sul tempo andato.

Le rose sono fiorite
quest’inverno tornerà la giovinezza?
(Dalla poesia "Rose" Il senso della vita)

S'ode l'ossimoro del suo "inquieto, aculeato silenzio", mentre ripercorre gli anni andati.

Forse il culmine della vita
fu quel giorno o quella notte
quando salivi le colline stanco
del tuo passato e del tuo futuro
(Tratto dalla poesia "Momenti" Il senso della vita)

La figura femminile, con la sua venustà d'amore, è sovente centrale, direttamente o indirettamente, nelle catabasi-anabasi lirico-anagogiche del Poeta. La sua ars scribendi è icastica, trafigge i sentimenti ed apre ampi varchi dialettici. Per enucleare gli impervi arcani esistenziali, lo Scrittore usa, come terebrante prisma, una prosa che plana e si incunea nel romitaggio del suo percorso, una prosa che è fedele amica, instancabile, pur tra le urenti e combuste ferite d'amore, del tempo.

Ora il tempo si è sciolto nelle mie mani, scorre come un fiume sul viso, lascia ferite inguaribili e residui di creta sulla pelle... (Tratto dal racconto "Le donne e la luna")

I versi sono come uno zefiro soave, intangibile, che ovunque si insinua ed è grazie a loro che il Poeta, come Sacra Araba Fenice che si nutre d'incenso, dalle sue stesse ceneri rinasce. Talora Lucifero da la sensazione di voler enfatizzare che egli è più vasto del creato, ed è molto verosimile che egli lo sia, poiché la sua Poesia puà assorbire il creato. I versi diventano come stille dal cielo, talora sferzanti, talora blande. Le stagioni finiscono e si rincorrono. Altro non c'è se non la Poesia a teneramente blandire il cuore, similmente ad un nepente loto. Come paziente anacoreta, talora, Lucifero tenta di ricomporre le tessere del proprio mosaico, nell'auspicio di tornare a libare quella gioia che gli era amica quando respirava la fragranza del mare, quando si inebriava di emozioni vibranti, incoercibili, tra gli aromi ed i riflessi delle onde opaline.

Salviamo quelle onde
che non esplodono
in bianchi gigli di spuma,
salviamo quelle onde
che sembrano brividi
e rientrano in se stesse con movimenti immortali
(Tratto dalla poesia "Onde" Il senso della vita)

Per l'anima del Poeta sembra che le lancette del pendolo si siano bloccate, incastrate, che il tempo si sia fermato,

... Un sogno scherzoso
di una vita senza tempo
né un culmine ma solo
un passato indeciso
(Tratto da "Momenti" Il senso della vita)

... benché l'esistenza gli abbia insegnato molte cose. Sembra che la vita non abbia più segreti per lui. Lucifero avverte talvolta l'istanza di alienarsi dalla realtà, dalla vita stessa e la catabasi nel proprio labirinto è il momento in cui il Poeta-Scrittore, novello Teseo, individua e scannerizza il Minotauro, il proprio Es, le manifestazioni della vita istintiva, il serbatoio dell'energia psichica, i suoi contenuti, l'espressione psichica delle pulsioni. Portato di tutto ciò è un complesso soliloquio intimo che si reifica in singolare anabasi, ovvero nella riemersione della coscienza. Riaffiorano così reminiscenze antiche, emotivamente intense, pregne di pathos, dando vita ad aulici ed armoniosi lirismi. La sua anima torna sovente tra i disinganni, tra i sogni infranti, che riemergono dagli smeraldini, labirintici vortici della fanciullezza.

... gli occhi splendevano azzurri come il cielo di quelle estati belle come il mare che così tanto ha contato nella mia fanciullezza...
(Tratto da "Le donne e la luna")

Peter Pan è rimasto disincantato dalle rudezze della vita, ma i suoi sentimenti sono sempre più puri, sempre più intensi, sempre più proclivi all'Amore ed il suo afflato è permeato di un merore che repentinamente glissa dalle umettate organze d'un vespro di novembre alle diafane foschie di un'alba di agosto.

Quante emozioni e umiliazioni ho subito, sofferenze indicibili, anche gioie,
soddisfazioni per qualche aspetto della vita ma anche dolori, delusioni, dolcezze e amori avuti e perduti.
(Tratto da: Le donne e la luna)

*** Peculiarità
La manifestazione della soggettività del poeta è sempre profonda, con prevalenza degli aspetti emotivi e sentimentali su quelli razionali. I suoi versi sono un ininterrotto fluire di riferimenti simbolici e disincanti. La Gestalt lirica, sui generis, proficuamente si identifica con la quintessenza più intima del lessico e si articola giusta un innocente e luminoso interesse per la prosa di ogni giorno. Lucifero è magistrale nel perfezionare un cachet poetico che compendia epigraficità dell'unità metrica, sintesi espressiva, inusitati bagliori poetico-psicologici, armonia prosodica. Da tutto ciò risulta una metrica amena, fluida, di sublime effetto armoniosamente elegiaco. La Letteratura di Lucifero è l'ordito arabescato della sua anima, magistero e testimonianza di un'anima inquieta, gitana su questo paradossale pianeta, alla ricerca di un silenzio perfetto e profondo, in grado di rivelare il significato recondito del suo labile, umano percorso. Il labirinto lirico di Lucifero è tormentato, forse perché è stato precocemente defraudato dell'oppio delle fate morgane, delle fallaci illusioni, della possibilità di navigare nell'apeiron dei sogni. Le sue poesie, i suoi racconti, sono pregni di un intenso pathos che sollecita a respirare profondamente la vita con tutte le sue meraviglie, con tutto il suo amore, nella consapevolezza di essere un minuscolo granello in una spiaggia sconfinata, nonostante la sua grandezza di Uomo e di Artista.

***
Lucifero ed il bronzo
L'incontro tra Lucifero ed il bronzo è stato un coup de foudre ed è tuttora una simbiosi che si evince d'emblée ammirando i suoi capolavori esposti, tra l'altro, nella Galleria Nazionale di Cortona, di Bruno Cosignani. Un'espressione di estasi pare caratterizzare la sua interpretazione dell'universo, quasi che il suo target esclusivo consistesse nell'indirizzare elogi alla purezza dello stesso universo. L'Esimio Artista modella, convoglia nei suoi capolavori la propria anima. Plasma, appronta una sorta di Arte didascalica, simbolica ed allegorica (***vedi infra), nella quale intende tutelare il significato medesimo del creato, sorgente di incalcolabili meraviglie, di immortali gratificazioni per l'essere umano. Modella il bronzo preservandone la plasticità primordiale, irregolare. L'insigne Alfredo si esalta nella sua Arte e nella sua estasi strugge i lirismi del proprio cuore. Egli fa vivere e pulsare ogni bronzo che maneggia, al di là della tenacia dei metalli stessi che lo compongono, degli ostacoli che incontra modellandolo, per far germinare, con l’ausilio degli strumenti più acconci, le intuizioni della sua mente, debordante di ars inveniendi, immaginazione e trovate geniali. Lucifero modella il vuoto, baloccandosi con la sfericità della materia, apportando alle sue opere un condensato lirico che è il portato sui generis della sua soggettiva emotività. Questa sua sensibilità plastica e la sua singolarità espressiva, rendono Alfredo Artista di grande talento. Il Pisano è scultore di cospicue soluzioni stilistiche e concettuali. Sui suoi capolavori la luce glissa con malia e suggestione, rendendo icastica la soavità dei portati plastici e dell'assolutezza formale. Le sue opere sono proclivi al compendio oggetto-spazio, producendo figure e volti schematizzati agli effetti sintetici della luce. I bronzi, una calligrafia plastica, danno l'impressione (soggetiva) di diramarsi nello spazio, fino a centripetare e fagocitare tratti di vacuo, fino a divenire summa di logica e sentimenti, di trascendenza ed immanenza. La scultura dona a Lucifero un grande equilibrio interiore. L'Arte è, tra le altre cose, metamorfosi, dinamica, armonia, progresso, omeostasi, sinfonia cromatica. In ciascuna delle sue opere d’arte, lo Scultore toscano veicola un quid archetipico. Archetipico è tutto ciò in cui si manifesta il sostanziale, la singolarità da cui germina la molteplicità. Ufficio e magistero dello scultore consistono nel ghermire l'archetipo. Ecco perché ogni opera d'arte è qualcosa di mistico ed archetipico, attraverso la quale l'osservatore s'inabissa nei penetrali più labirintici e reconditi dell'essere. Nell'Arte Plastica Lucifero saggia il bronzo, la sua dinamica, l'armonia della sua massa e della sua sostanza, dialogando con il tema ispiratore. Il bronzo è per lui una lega perfetta. Lo seducono precipuamente la sua cromia metallica, la sua profondità incantevole che si reifica in superficie, ove si manifesta sempre il più recondito nucleo di una scultura, la sua poesia, il suo amore, che non si possono afferrare, se non semplicemente captare. Lucifero ha il grande magistero di dialogare intimamente, in empatia trascendente, con la plasticità del bronzo.

***
Alcuni simboli Budda indiano - bronzo dorato, 2012_1
Buddah simboleggia, tra le tante cose, alcuni postulati della sua stessa filosofia come, ad esempio: il Dharma-cakra (la ruota della legge), l'illuminazione, il risveglio.
*
Puma - bronzo, 2012_1
Il Puma (leone di montagna) nella Cultura Andina rappresenta questo mondo, Kay Pacha, il mondo di mezzo, la forza, la vita.
* Le tre scimmiette - bronzo, 2012_1
I sacerdoti Maya consideravano i nativi della Scimmia persone dal forte intuito, dotati di una capacità di imitazione fuori dal comune e dalla mente attiva, aperta.
*
Volpe, bronzo, 2002
Nella saggezza orientale, la volpe simboleggia la longevità e la trasformazione (conversione).
***
Breve riflessione finale
Grande esteta, Lucifero apprezza la bellezza negli oggetti e negli esseri umani, la vita mondana ed il lusso. Per lui è topico valersi ad avere sempre l'amore e, subliminalmente, il consenso degli altri. E' una persona sensibile e creativa. In amore è romantico, ma verosimilmente dispersivo. Un settore umano dove ha dato tanto, ma altrettanto ha perso. In questo suo viaggio terreno dovrebbe ulteriormente sviluppare il concetto di indipendenza, anche a costo di un idealismo eccessivo nei confronti delle persone amate. E' inderogabile per lui un iter autonomo ed impostato sull'azione, sempre pronto all’avventura ed alla metamorfosi. Ha istanza di amicizie ed affetti sereni, tranquilli e, soprattutto, accomodanti!

All rights belong to its author. It was published on e-Stories.org by demand of Mauro Montacchiesi.
Published on e-Stories.org on 02/24/2014.

 
 

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