mmont

Ode all’Immaginifico

Il tuo canto in alto è sorto,

dell'umano,

tra le vette,

dove abbraccia l'animo

il vento di Alcyone

e sussurrano destino

le stelle dell'Orsa Maggiore.

Immaginifico,

nato tra il cocente sole d’Abruzzo

e le onde dell'Adriatico,

o Principe di Montenevoso,

dal fuoco dannunziano

e dal sangue d'antichi eroi,

hai modellato versi di ardente passione

e dell’oro di Bisanzio sogni vestiti.

Superuomo dannunziano,

decadente esteta,

con alate parole,

con la tua raffinata arte,

come corde di violino

i cuori hai toccato.

La Fiaccola sotto il moggio

dei popoli erranti in cerca di un Vate,

ha acceso l’immaginazione.

Non sono bastati

l’Asso di Picche nel cielo,

i campi di guerra,

la marcia su Fiume,

né le strade del potere,

del tuo spirito indomito

a trattenere il volo,

come fiera aquila che

oltre i confini del tempo

scruta l'ardente futuro.

La Carta del Carnaro nelle tue mani,

Fiume ti ha accolto

con l'eco dei legionari

e il fragore delle acque ribelli,

e tu,

di spiriti di gloria assetati,

condottiero,

inafferrabile e palpitante

hai conquistato la vita,

tra l'amore per Eleonora,

la tragedia di un sogno infranto

e la bellezza dell'arte.

Rifugio ultimo dell'inquieta tua anima,

il Vittoriale,

mausoleo di eterni simboli

e di memorie,

dove immortali le tue parole riecheggiano.

La profonda eco

di un'Italia in divenire,

sei stato,

tra le pagine del Piacere,

tra quelle del Notturno della guerra,

sempre sognando,

sempre lottando,

della Morte,

verso il Trionfo.

Vate d'Italia,

Gabriele,

ancora risuona la tua voce,

nel cuore della tua terra,

nel mare,

nel vento.

Arde eterna,

come il fuoco,

la tua arte,

e non ti dimenticherà

la tua amata,

l’Italia.