... e no, qui non verrà più nessuno, nessuno passerà i pomeriggi al sole autunnale
né riparerà il danno del tempo e del silenzio, nessuno,
né si ricorderà che proprio lì, sotto i susini e i salici,
ho generato mio figlio;
... il vento ululerà d'inverno, e anche i lupi, i corvi e le nebbie
passeranno feriti dalla solitudine e andranno molto lontano,
perché temeranno il loro incontro con l'immensa angoscia
che espirano le porte e le pietre rotte, le gronde cadute,
la terra ostile e abbandonata;
nessuno troverà la traccia di un mandorlo in fiore,
nessuno il mare,
nessuno un sentiero,
nessuno, nessuno una luce;
... e se questo enorme danno risulta al petto, senza ulteriori indugi, irreparabile,
una ferita d'amore, atroce e ravvivata, ne coglie il dolore e ne devasta le parole.
***
Antonio Justel
https://www.oriondepanthoseas.com
***