Antonio Justel Rodriguez
TESTIMONE DELL'accusa
A “Leona”, la nostra vecchia mastina, l’amata e coraggiosa cagnolina nera, “la mia compagna, la mia sorellina”.
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[...dai timpani alti di maggio,
Il pastore impiccò e impiccò Leona al tronco più forte e più alto dei meli in fiore,
e io, inginocchiato a terra, o accovacciato, con gli occhi stupiti, piangendo,
quello, quello con l'iride incagliata e consegnato dietro la fessura della porta]
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…un uragano selvaggio di aghi e frangenti scricchiolò nell’aria e scosse il frutteto,
le vertebre del mondo e le mammelle dei fiori;
L'oscurità si diffuse senza ulteriori indugi e, senza scopo e senza controllo, l'amore e il pomeriggio fluttuarono,
e così il cigno della vita e il cigno della morte;
…che nessuno, nessuno sa quanto sia il dolore,
che nessuno, che nessuno lo sa...!!!
…e guai, guai a me, perché ritorno alla famigerata feritoia
e ancora emergono i bambini con le loro cromature e le iridi rotte,
sdraiato a terra...;
…e no, questa non è un’altra inclemenza né un altro tormento,
cosa lasciare “improvvisamente crudo e crudo”;
…e ora, ora vedi,
La tristezza non ha più pagamenti di un varco aperto davanti alla memoria,
un maggio di bambini e di distruzione e questa assenza che mi osserva attentamente, mi segue e mi insegue,
quello che mi indaga e mi brucia l'anima, quello che è insistente e, atrocemente vivo,
perseguitandomi, ferendomi e ferendomi, osservandomi per sempre.
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Antonio Justel
https://www.oriondepanthoseas.com
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Published on e-Stories.org on 01/04/2024.