In balìa di freddi oceani
mostruosi abissi
acide piogge
liquide brillanti rocce senza poesia
soffocanti tempeste di sabbia accecante
poi
nero
disperatamente il pianto.
Al nulla gridare
che sotto che sopra
che ovunque
intarsiato di opachi smeraldi
cinicamente tace.
Ed è lì che sboccia lacerata
la calendola del dolore
tra rovi
tra schegge d'eterno.
Spiegazioni senza senso
come pietre colpiscono.
Angosce immotivate
dissipate dal miele
d'un illusorio sorriso dal buio
ma subito
il ritorno del buio.
Ma quali saranno i fati
orde di vandalici dubbi
della mente ancora Signori?