Enzo Rava

LA PERLA

Il cav. Angelo Cobianchi - impresario edile, editore, produttore cineTV, tenutario di un allevamento di cavalli con corse clandestine a scommessa – giunse ad elaborare quella che definì ‘un’idea formidabile’grazie ad una severa autocritica di una ‘marronata’, altra sua definizione, commessa in Marocco. Conclusa a Rabat una sezione di lavoro (aveva rifilato ad un paio di distributori cinematografici, sia pure a prezzi scontati, propri fondi di magazzino e ‘novità’ che in patria neanche sarebbero riuscite ad arrivare una ‘prima’) si era concesso dopo un pomeriggio di danze del ventre (la maggior parte delle danzatrici lo avevano piuttosto abbondante) lo svago d’accettare l’invito ad un’asta per ‘il miglior purosangue di tutto il Nord Africa’, com’era presemtata una puledrina smilza ma ben muscolata, alta di garrese almeno 1,60, testa corta, collo arcuato, spalle ben inclinate, roana di pelo corto sottile lucido con una simpatica frezza bianca nella folta criniera, asta che gli sembrò un combattimento di galli tanto ostinati e fortemente deliberati gli apparvero i contendenti, una decina, in abiti vari, dal barracano al doppio petto, diversi per età ma presumibilmente tutti più che facoltosi visto come continuavano ad alzare la posta per accapparrarsi Shakira, che tale era il bel nome. Cobianchi ad aste aveva partecipato a decine, in particolare a piazza Armerina dove si recava spesso per vendite ed acquisti, ma una così ‘veloce’, con le offerte in tanto ripida ascesa, mai; al punto che aveva chiesto, stupito, all’interprete: “Ma che, fa pure il Cha-abi?” che era appunto quel ballo intorcinato che aveva visto il pomeriggio e l'arabo aveva riso, ‘Ma senza veli!’, gli aveva risposto. Comunque ad un certo momento il nostro, al quale un paio di sbadigli avevano ricordato che era l'ora di andare a letto per via dell'aereo molto mattutino, aveva deciso così, per spavalderia, per fantasia, una bravata e aveva fatto dichiarare:”Il doppio, e non parliamone più”, a piazza Armerina con quella cifra, che aveva ammutolito tutti i presenti, ne avrebbe comprato una decina ma Shakira gli era risultata molto simpatica ( e poi si chiamava come la bionda cantante ballerina sudamericana attrice da quindici milioni di copie che a lui era piaciuta molto 'La tortura') e che vedendola tanto contesa s'era convinto dovesse essere proprio eccellente; si sa che gli arabi-berberi sono estremamente versatili, vanno dal galoppo alla parata, dal sulki alla caccia, buoni di temperamento, disponibili, seri. Comunque, gli regalarono anche il giovane allenatore, fantino e stalliere, un simpatico ragazzo che giustamente si chiamava Jahir cioè ‘bello’ di nome e di fatto. L’autocritica fu inevitabile quando se la vide al ‘lavoro’ nel suo ranch – così lo chiamava – nell’Aretino. Un brocco (“O devo dire una brocca?”). Una provocatrice. Una matta. Quando provavano ad aggiogarla al sediolo scalciava che neanche in un rodeo, rompeva il trotto ma quando poi la volevano al galoppo passava al trotto, a capriccio si esibiva come un lipizzano nel balletto all’Hofburg di Vienna. Dall’ambio ?cattava al carter che sta a metà fra troppo e galoppo, ma subito neanche fosse brasiliana di razza si dava al trafalco, sulle due anteriori e sulle due posteriori ‘Ma Jahir – gridava il Cobianchi – ma così fanno i principianti, gli analfabeti, possibile che non sia stata addestrata proprio per niente!”, Jahir le sussurrava qualcosa in un orecchio, suadente, ma quella gli leccava la faccia. E poi, appunto, era innamorata di lui, quando egli la lasciava per andare che so, alla mensa, scalciava se non le consentivano di andargli dietro, l’avessero lasciata fare si sarebbe seduta con lui a tavolino; rifiutava di dormire, si sedeva a terra, finché lui non veniva a dirle le paroline, “a darle in bacetto della buona notte”. Cha marronata!, si rimproverava l’imprenditore, ma riflettendoci capì: mi sono lasciato affascinare dalla ‘fama’, del tutto invero inappropriata, quelli esaltandola e facendo finta di contendersela come il miglior cavallo da Suez a Gibilterra mi hanno infinocchiato, di sicuro quei beduini mi avevano invitato apposta per rifilarmela. Ben mi sta. Ma a questo punto, l'illluminazione: ecco, è con la fama che si possono realizzare i migliori affari, la fama è una sorta di superpubblicità, Omero o Einstein mica hanno bisogno di manifesti o TV, i miei raffinati registi invece, dei quali nessuno ha sentito parlare, con i loro sensibili attori che nessuno conosce, non riescono a vendere un solo biglietto; ma se ora mi prendo un tizio famoso per qualsiasi altro motivo, un primatista mondiale di corsa o un grande serial killer, qualsiasi porcata di parte gli affidi quello sbanca il botteghino. Per caso, mentre così approdava alla saggezza, il sole al tramonto dietro Monte San Savino avvolgeva di porpora e d’oro Jahir e Shakira che stavano ‘chiacchierando’ su un poggio: bella coppia, bel ragazzo lui, bella puledra per quanto schiappa lei, “Sai che ti dico? me li vendo entrambi, li faccio diventar famosi con qualche balla, poi rifilo lei ad un qualche chiunque come il miglior cavallo del mondo e faccio di lui l’attore bestseller del mondo cucendogli addosso una bella storia, romantica e passionale come piace alle donne. Tutto sta a ‘montarli’ per bene". L’indomani convocò il direttore del suo quotidiano (assolutamente locale, ma molto letto da pubblico femminile perché ignorava la politica e sguazzava nel gossip come sotto il domestico titolo 'La squilla' già dichiarava il sottotitolo 'Happy news') ed il redattore capo. giovane scapestrato che proclamava essere l'immaginazione più importante del reale perché questo è ovvio e comune a tutti mentre quella è eccitante e assolutamente nuova; mostrò loro la foto dei due fallaci acquisti. “Montatemici delle belle storie - dispose - fate di loro dei grandi personaggi del giorno, quando saranno le stars del momento con lui ci faremo anche un film da incassi record. Bufale quante volete, ma seducenti. Pompatemi soprattutto per il ragazzo, un bravo stalliere ma che non capisce neanche l'italiano, che per la puledra me la vedo io, basta che sparga la voce di quanto l’ho pagata che vengono anche dal Texas a chiedermela”. Fu così che un paio di giorni dopo su "La squilla (Happy news)" apparve la foto di una donna (ma per quel che se vedeva poteva anche essere altro) avvolta in una abaya da Golfo Persico che sarebbe poi un mantello ampio pesante nero, con tanto di nihab eioè velo su tutta la faccia e addirittura guanti in tinta e con la didascalia "L' affascinante principessa Anbar ovvero Profumo d'ambra, ma detta dagli amici Hyam ovvero Amore delirante, è arrivata stamane da Sharm el Sceik. A fare che cosa ve lo diremo noi domani, voi (signore) diteci oggi sul nostro sito web se mai nascondereste così il vostro fascino"; numerose signore chattarono che manco morte, neanche come lenzuolo funebre l’avrebbero accettato, ma tutte piuttosto curiose di quel che ci stava sotto:"Perché non ce la fate vedere senza scafandro?" Il giorno successivo, con la dolente scusa che 'Non possiamo pubblicare la foto della principessa per motivi di privacy, rischieremmo anzi d'essere abbattuti da qualche killer kamikaze per reato di bestemmia, che così considererebbero l'indiscrezione da quelle parti" il pubblico fu 'informato' che la principessa da quel fascinoso Oriente (e di qui il soprannome 'delirante di passione' ) si era precipitata in Italia per 'riprendersi' il giovane, anzi poco più che adolescente, sceicco Ghassan ovvero “ardore giovanile" che l'aveva abbandonata o meglio respinta. E che, anzi, anche ora l’aveva nmuovamente rifiutata, rispedendola a domicilio. Il nostto Jahir ignorò assolutamente invero di essere diventato Ghassan e da marocchino suddito degli Emirati arabi (esattamente al-‘Arabiyya al-Muttahida) e nell'allevamento aretino continuò a strigliare Shakira, a sedurla con biscottini, carote e paroline all'orecchio e già era quasi riuscito a farla galoppane per un paio di chilometri tenendole davanti al muso una carruba; tanto meno seppe di essere fulmineamente asceso nella scala sociale, da stalliere a sceicco. Alle stalle, era felice: se ne andava a fare il bagno in Arno presso Ponte a Venere, ogni tanto si permetteva un giro in battello sul Trasimeno ed occhieggiava le fanciulle con la maglietta che non arrivava all'ombelico, senza neanche accorgersi quanto quelle occhieggiassero lui. Ignoto a tutti, ignorava di diventare sempre più noto sotto pseudonimo. Ma uno puo' diventare notissimo anche senza saperlo e come avrebbe potuto sapere di avere affascinato una principessa se neanche leggeva 'La squilla' né ascoltava la associata radio "Happy news"? Queste andavano offrendo invece al pubblico soprattutto femminile, già molto interessato, affascinanti dettagli su di lui: "Abbiamo scoperto perché Ghassan ovvero 'Ardore giovanile' è venuto in Italia, anzi in un certo senso 'fuggito' in Italia con la sua splendida puledra Shakira, vanamente inseguito dalla bella principessa Anbar. Questa gli era stata proposta (ma da quelle parti significa imposta) come prima moglie dallo sceicco padre ma egli aveva rifiutato argomentando che 'Voglio essere io a scegliere le donne della mia vita' e poi - con clamorose dichiarazioni al più diffuso quotidiano del medio oriente, Al Akbar, affermando "E prima di scegliene una voglio visitare l'Italia, perché mi è stato assicurato che le donne italiane sono le più appassionate di tutto il Mediterraneo". Quindi aveva caricato la sua puledra sul jet privato volando all'Ovest "Ma i nostri reporter riusciranno presto a scoprire dove si sia nascosto", garantiva ‘La squilla’. Nei giorni successivi, se non ancora l'indirizzo, altre importanti informazioni: Ardore giovanile era della tribù beduina Bani Yardella, da secoli insediata sulla 'famosa Costa dei pirati’, famosa perché un tempo quelli saccheggiavano quante navi tentavano il Golfo Persico; in verità erano anche i migliori pescatori di perle del mondo e avevano fondato Abu Dhabi oggi'celeberrima supercittà miliardaria dalla più moderna ed audace architettura del mondo. grazie al petrolio. In verità il nonno di Ghassan (qui il capocronista lasciò galoppare la fantasia), estremamente tradizionalista che ancora in pieno XX secolo aveva preteso di ricevere in dono dai sudditi ogni anno tante perle quanto pesava un suo capretto (lo sceglieva grasso, si capisce) aveva contrastato la poi più che fruttuosa iniziativa dei parenti sultani Nahayanhù di puntare sull'oro nero, restandosene alla peswca delle perla malgrado lae pestifera concorrenza di quelle taroccate. Ed ora invece gli Emirati sguazzano nell’oro ed hanno un secolo di riserva di petrolio. Il padre del nostro Ghassan aveva invero sostenuto il figliolo,"ardente" in tutto, nella sua corsa verso la modernità, al punto che il giovane sceicco era stato tra i primi a stabilirsi nella favolosa isola Palm Jumeritach, arcipelago più o meno artificiale di Dubai dove altre isole poi sono state costruite o vanno ancora sorgendo per i plurimilardari del mondo che vogliano villeggiare in quel paradiso, non solo fiscale ma anche naturale. Peraltro, la scelta modernista di Ghassan era soltanto etica ed ideologica, scarso era il suo interesse per gli affari, "Che cosa ti porti dietro quando salirai al Janna (il paradiso): il petrolio? E' il vivere che conta. E per vivere felici non servono che una bella donna ed un buon cavallo”. Se anche lui risulta beduino tradizionalista per il cavallo – la sua Shakira appunto – assolutamente eretico si è proclamato per la donna, rifiutando in una famosa intervista sia l’harem orientale che il matrimomio monogamico occidentale: 'Una per volta' era il suo motto. "E chi sarà la perla italiana dell'ardente sceicco pescatore?" chiedeva ora ‘La squilla’, accendendo il sangue a tutte le sue lettrici (alla storia del disprezzo del danaro nessuna credeva, lo snobbano coloro che ne hanno anche troppo) sicché nel giro di poche settimane tra loro non parlavano d’altro, molte afrrontarono litigi in famiglia ché padri e mariti, si sa, snobbavano “Quel beduino, ma figuriamoci!”, al punto che l’Angelo Cobianchi ritenne ormai giunto il momento ‘di lanciare’ il film; la sua rete di ‘Notizie felici’ informò che il produttore aveva affidato al suo miglior regista ‘la storia di Ghassan, che ha accettato di impegnarsi nella parte di se stesso nel film ‘Il pescatore di perle’. Obtorto collo anche altri media meno locali furono costretti a riprendere ‘l’informazione’ ma ‘La squilla’ si tenne stretta la conferenza stampa dell’attore sceicco, poteva entrare solo chi esibisse una copia del giornale. Che vendette in un giorno quanto mai in un mese. A questo punto Jahir, ovviamente, era stato coinvolto ed opportunamente indottrinato, la moglie stessa del produttore aveva convenuto che ‘un bel ragazzo così è da leccarsi le dita anche se stalliere, figuriamoci se sceicco”. Ma non è, ovviamente, che potesse in così breve tempo venir sgrossato, per fare di un diamante un brillante ci vuole non soltanto abilità ma molto tempo. Comunque un centinaio di parole in italiano già le aveva apprese, il che non è poco visto che il vocabolario dell’italiano medio è calato oggi a quattrocento. Gli fu spiegata la storia del ‘nome d’arte’ Ghassan, gli fu raccomandato di rispondere ad eventuali domande sussurrando una qualsiasi cosa al redattore capo che si sarebbe presentato come interprete, e in pratica non servi altro, neanche il parrucchiere ché i capelli lunghi fino al collo andavano bene e la barba di uno o due giorni prima benissimo, molto ‘virile’. Si intervenne soltanto per il profumo, facendo arrivare da Tunisi, la capitale degli aromi arabi, una fusione di rosa damascena, fiore dell’amore appassionato e di estratto di castorum, selvaggio e quasi ferino. Quanto all’abbigliamento gli fu fatto indossare un classico semplicissimo tube, unica variante i sei bottoni, di brillanti anziché d’osso, ma sotto c’era la sorpresa. Silenzio totale, teso, spasmodico, quando il sipario si aprì mostrando il beduino e qella testamatta di redattore capo, faccia simpatica anche lui per la verità, uno accanto all’altro: “Vi presento – proclamò il secondo – l’interprete de ‘Il pescatore di perle’, l’ardente sceicco Ghassan” gli applausi furono vivissimi ma si fecero scroscianti quando il giovane stalliere, vincendo la timidezza ed anzi quasi la paura per tutta quella gente, compitò: ‘Buo-na sera, belle si-ignore”, il teatro non crollò soltanto perché costruito secoli addietro e non col cemento in uso oggi. L’intervista fu molto interessante, la signore chiedevano le cose più varie, lo sceicco attore bisbigliava qualcosa al giornalista interprete che rispondeva poi nel modo più fanntasioso e seducente possibile, per la verità con le donne ci sapeva fare anche lui, in privato. Per non dire quel che accadde alla fine, un delirio, quando Jahir-Ghassan per mostrare quanto fosse beduino sì ma moderno si sfilò (un po’ imbarazzato ma nessuno lo notò) il camicione ed apparve in mise da cavallerizzo, pantaloni attillati, stivali di morbido cuoio, polo, tutto in marrone. Applausi a non finire. Per motivi di decenza sorvoliamo sui giorni successivi, che videro convulse discussioni tra amiche, roventi progetti nei salotti, proposte addirittura in radio Happy news di classifiche, concorsi a premio, serate danzanti col Ghassan unio invitato, supernalotto e via dicendo, il tutto all’insegna “Chi sarà la perla italiana dell’ardente sceicco?”e arriviamo a quel bel giorno di primavera che Jahir, spossato da tour de force in studios dove lo giravano in scene varie che lui faceva finta di parlare che intanto il tutto era ‘doppiato’ e gli facevano lanciare occhiate fredde, curiose, intriganti, assassine, veniamo a quel giorno di Pasqua che lo lasciarono libero di tornare al ranch aretino dalla sua Shakira, che lo accolse impennata sulla zampe posteriori che neanche una campionessa del circo (ignorando, povera puledra, che un magnate tedesco l’aveva già acquistata per qualche migliaia di euro in più ed attendeva che gli arrivasse a Monaco in aereo). Primavera, il Casentino era in fiore, lo stalliere saltò in groppa alla sua cavallinaa che trottò felice per l’intero percorso. Quando tornarono alle stalle e lui che le dava una carruba dietro l’altra, una Maserati si arrestò con un ultimo rombo davanti a loro e ne scese un tizio alto e grasso, rozzo ma il tessuto di lusso. “Sei tu il beduino?” chiese, sprezzante anche se sagace. “Io sono Jahir”, precisò il ragazzo. “Non sei Ghassan?” “Beh, si anche, dicono ” rispose, continuando a carezzare la guancia di Shakira. “Io sono l’imprenditore Fabbricotti…” lo informò quello. “Piacere”, si inchinò un poco Jahir, che anche quella parola d’italiano aveva imparato. “Il marito della signora Elena Fabbricotti, cioè”. “Chi? Io non conoscere”. “E dunque già l’hai scaricata, dunque? Una alla volta, eh beduino?” senza neanche informarlo che quella sua signora la sera prima in una trasmissione di radio “Happy news” si era vantata, spudorata e mendace: “Sono io. Sono io che il principe Sceicco ha scelto. Io sono la perla italiana”, porca e bugiarda oltre che tardona. Ma si sa, un imprenditore con Mercedes non ha tempo da perdere in spiegazioni, estrasse il revolver dalla tasca posteriore destra e gli sparò un paio di colpi, che tanti gli bastariono visto che ad ogni stagione andava in Inghilterra per una caccia alla volpe. Jahir non disse nulla, essendo caduto fulminato. La puledra Shaakira restò immobile, stupita perché i soli spari che aveva udito fino ad allora erano stati quelli dello starter che aveva tentato di darle il ‘via’ per il galoppo. Però quel cornuto presunto, che già stava per risalire in Mercedes, tornò indietro di quei pochi passi e sparò una terza revolverata nella pancia della più bella puledra da Suez a Gibilterra.

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Published on e-Stories.org on 12/27/2010.

 
 

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